Bolzaretto Superiore, presente in molte delle opere di Consolata Lanza, è un paesino inesistente ma più vero del vero, dalla precisa collocazione geografica nella pianura piemontese accanto al Po, dove succede sempre qualcosa di strabiliante. E questa volta si tratta dell’incontro tra Decembrina, la Donna di Pietra rappresentata in un capitello della parrocchia, e Angelica Gabrielli, ragazza ballerina di testa e di piedi.
Ne consegue una girandola di eventi in cui seguiamo le peripezie amorose e professionali della protagonista e le vicende dei personaggi che incontra: la magica Ginni Ballario, donna di enorme successo, e i boys che l’accompagnano, Jerry Vinzanola il ballerino del Bronx, le amiche di Angelica, i suoi svariati fidanzati, sua mamma, don Ferruccio, depositario di tutti i segreti di Bolzaretto Superiore, la perpetua Porzia Milletarì e molti altri le cui storie si intrecciano a passo di danza perché quello che Angelica vuole dalla vita è ballare.
“Ho cominciato a leggere ancora prima di imparare a farlo. Guardavo i libri e mi ripromettevo che mi sarei impossessato di tutti. Da bambino quelli che c’erano in casa, e poi nelle librerie. Come si può parlare della libreria senza farsi venire un groppo alla gola? La libreria è il contenitore di tutte le fantasie e i sogni che mi intasano il cervello. Il ricettacolo delle parole più straordinarie, quelle che nella vita non si usano mai. Per altri, probabilmente, è anche luogo di scienza e conoscenza, non per me che son cialtrone e cattivo studente. La mia infanzia si è nutrita di viaggi sull’atlante e gite nella biblioteca di mio padre, la festa e il premio erano un libro bello croccante, copertina nuova profumata di storie, l’emancipazione adolescenziale ha coinciso con spedizioni solitarie in libreria, la vocazione al vagabondaggio ha seguito viaggiatori letterari. Tutte cose che sapevo già, che cercavano solo conferma, perché me l’avevano detto i testimoni più attendibili: i libri, i preziosi romanzi frutto d’immaginazione, sinceri bugiardi, scrigni d’infinite verità e rutilanti invenzioni. E continuo a pensare che solo in libreria potrò trovare cibo per la mia inesausta fame di storie e immagini. Toglietemi la libreria, la gioia sconsiderata di comprare più di quanto riuscirò a leggere in questa vita, e farete di me un cadavere ambulante. Toglietemi le bancarelle dell’usato e languirò anoressico e consunto come un eroe romantico. Lasciatemi continuare a farmi sedurre da novità sberluccicanti e curiosità fuori catalogo, e continuerò a vivere bello grasso e in buona salute come ho fatto finora. Infelice chi non ha mai trascorso un’ora scartabellando e controllando quanti soldi ha in saccoccia, con il desiderio lieve e incosciente di bruciarsi un’eredità in carta, inchiostro e fantasia. Ecco perché sono diventato scrittore e non potrò mai smettere di scrivere. Per poter essere sempre, giorno e notte, sotto forma di carta e parole, nelle librerie tanto cortesi da volermi ospitare.”
“Ho cominciato a leggere ancora prima di imparare a farlo. Guardavo i libri e mi ripromettevo che mi sarei impossessato di tutti. Da bambino quelli che c’erano in casa, e poi nelle librerie. Come si può parlare della libreria senza farsi venire un groppo alla gola? La libreria è il contenitore di tutte le fantasie e i sogni che mi intasano il cervello. Il ricettacolo delle parole più straordinarie, quelle che nella vita non si usano mai. Per altri, probabilmente, è anche luogo di scienza e conoscenza, non per me che son cialtrone e cattivo studente.
La mia infanzia si è nutrita di viaggi sull’atlante e gite nella biblioteca di mio padre, la festa e il premio erano un libro bello croccante, copertina nuova profumata di storie, l’emancipazione adolescenziale ha coinciso con spedizioni solitarie in libreria, la vocazione al vagabondaggio ha seguito viaggiatori letterari.
Tutte cose che sapevo già, che cercavano solo conferma, perché me l’avevano detto i testimoni più attendibili: i libri, i preziosi romanzi frutto d’immaginazione, sinceri bugiardi, scrigni d’infinite verità e rutilanti invenzioni. E continuo a pensare che solo in libreria potrò trovare cibo per la mia inesausta fame di storie e immagini. Toglietemi la libreria, la gioia sconsiderata di comprare più di quanto riuscirò a leggere in questa vita, e farete di me un cadavere ambulante. Toglietemi le bancarelle dell’usato e languirò anoressico e consunto come un eroe romantico. Lasciatemi continuare a farmi sedurre da novità sberluccicanti e curiosità fuori catalogo, e continuerò a vivere bello grasso e in buona salute come ho fatto finora.
Infelice chi non ha mai trascorso un’ora scartabellando e controllando quanti soldi ha in saccoccia, con il desiderio lieve e incosciente di bruciarsi un’eredità in carta, inchiostro e fantasia.
Ecco perché sono diventato scrittore e non potrò mai smettere di scrivere. Per poter essere sempre, giorno e notte, sotto forma di carta e parole, nelle librerie tanto cortesi da volermi ospitare.”
Consolata Lanza vive e lavora a Torino. Ha pubblicato D’amore e no (Tracce 1996), Il gioco della masca (Filema 1997), Est di Cipango (Filema 1998), Ragazza bella, ragazza brutta (Filema 2000), Irene a mosaico (Avagliano 2000), La lametta nel miele (Filema 2005), Lei coltiva fiori bianchi (CS_libri 2008), Trilogia delle donne virtuose (Progetto Letterario Alga 2010), Gli anni al sole (Buckfast Edizioni 2015), oltre a numerosi racconti in riviste e antologie. Sul blog Anaconda Anoressica si occupa di recensioni letterarie e altro. Sue opere successive sono reperibili in rete su Amazon e DuDag.
Il cuore in ballo – Consolata Lanza Buckfast Edizioni 16,00 euro Formato 15×21 – 300 pagine ISBN 9788899551179