Descrizione
GLI ANNI AL SOLE di CONSOLATA LANZA
Alla morte della madre, il giovane Alain, di origine francese, si ritrova a dover mantenere una promessa fattale in punto di morte: consegnare una lettera ad una donna misteriosa. Alain lavora a Londra, ma un facoltoso parente gli chiede di trasferirsi a Chios, isola greca del mediterraneo, per seguire i suoi commerci esteri. Qui conosce Colin, interprete e mediatore d’affari che lo aiuta nel lavoro e lo introduce negli ambienti isolani. Conosce la potente famiglia dei Kolajannis, le cui tre figlie diventano per lui un importante punto di riferimento, ma anche fonte di intrighi e complotti che condizionano le sue scelte. Alain è un giovane capace ed efficiente nel suo lavoro, ma acerbo e incapace di interpretare l’animo e il comportamento delle numerose donne che lo circondano, tra cui le sue tre sorelle minori, rimaste a casa. Un pericoloso e avvincente intreccio di vicende, risolverà alla fine anche il mistero legato alla lettera della madre.
Consolata Lanza, torinese, ha pubblicato nel 1996 D’amore e no (Premio Letterario Nazionale Nuove Scrittrici 1995), Il gioco della masca (Filema 1997), Est di Cipango (Filema 1997), Ragazza brutta, ragazza bella (Filema 2000), Irene a mosaico (Avagliano 2000), La lametta nel miele (Filema 2005), Lei coltiva fiori bianchi (CS_libri 2007), Trilogia delle donne virtuose (Progetto Alga 2010). Collabora alla rivista LN-LibriNuovi sia nella versione cartacea che in quella digitale, ha collaborato alla rivista digitale “Sagarana” e altre riviste sia cartacee che digitali, partecipa al progetto ALIA Evo 2 (antologia della letteratura fantastica) e in precedenza anche all’antologia annuale Fata Morgana. Un suo racconto è pubblicato sul numero monografico di Leggendaria sulle scrittrici torinesi, ha pubblicato numerosi racconti su riviste e antologie. Dal 2007 ha aperto il blog Anaconda Anoressica su cui pubblica recensioni letterarie e altro.
“Donne, donne, donne! Non ne potevo più di quei loro corpi indocili e fecondi, della loro capacità di scompigliare le carte all’ultimo momento. Non volevo più essere sorpreso da nessuna donna. E possibilmente neanche essere coinvolto nei loro torbidi misteri, si trattasse di sesso o lettere da consegnare. In quel vortice di risentimento finirono mia madre, le mie sorelle, il passato di Sula, il ventre gravido di Margarita, le ombre che avvolgevano Colin, i gemiti di Markela, gli occhi imploranti di Melissa. Portatrici di disordine perpetuo, incidenti nel luminoso mondo degli uomini.”
GLI ANNI AL SOLE – Consolata Lanza
Buckfast Edizioni
16,00 euro
Formato 15×21
ISBN 9788899551056
Recensione uscita su “Leggere Donna” n. 172 (luglio, agosto, settembre 2016)
di Margherita Giacobino
L’ultimo romanzo di Consolata Lanza, Gli anni al sole, ha il profumo del mare dei fiori e delle spezie ed è un viaggio dell’immaginazione e dei sensi nel passato di quell’angolo del Mediterraneo che è l’isola di Chios, a ridosso della costa turca. La storia si svolge nella seconda metà dell’Ottocento e ha per protagonista Alain, un giovane francese che le vicende familiari hanno reso precocemente adulto e responsabile; chiamato al capezzale della madre morente, riceve da lei una lettera da consegnare a una misteriosa sconosciuta, di cui si mette alla ricerca.
Comincia così una vicenda che ci condurrà da Parigi a Londra a Chios, e che vedrà Alain cimentarsi con i temi eterni dell’amore, l’amicizia, il sesso, il potere, il lavoro, la responsabilità, attraverso una serie di incontri, di avventure e di enigmi.
Un po’ romanzo di formazione un po’ feuilleton, per riprendere la definizione stessa dell’autrice, ma entrambe le forme rivisitate con un linguaggio attualissimo, con una mano felice e lieve che gioca con i topoi letterari volgendoli a esiti tutt’altro che scontati, e soprattutto con l’originalità di sguardo e la nitidezza di stile che sono le cifre di Consolata Lanza.
Grande viaggiatrice, Lanza ci porta con sé nel passato di un luogo amato, Chios appunto, e nella sua storia reale a cui si intrecciano le vicende immaginarie dei personaggi. Il viaggio, nello spazio e nel tempo, è il primo nucleo ed elemento fondante del romanzo, ne percorre tutta la trama ed è presente in ogni pagina: viaggio dalla fredda Europa del nord verso il sole del Mediterraneo, alla scoperta di luoghi, lingue, costumi diversi, e di sé attraverso il contatto con queste diversità. Viaggio come esperienza sensoriale, immersione nei rumori, colori, odori dell’isola con le sue cittadine, le case dei ricchi mercanti, le fertili campagne fiorite, le feste, i canti, i balli, il cibo, il vino. Viaggio dalla gioventù alla maturità, passando per gli incontri e per la solitudine, per la terra e per il mare. Viaggio come cifra principale della narrazione: nella prosa di Lanza tutto ha la freschezza del taccuino di un viaggiatore incantato, in cui grandi trame e piccoli episodi si accostano, e soltanto dopo sapremo metterli in prospettiva; e non sappiamo mai, noi che seguiamo il protagonista nel suo cammino, cosa ci aspetta dietro l’angolo, se il profumo del gelsomino, una visione fuggente di bellezza, o un imprevisto pericolo.
Il secondo grande nucleo, e materia viva del romanzo, sono le donne. Attorno ad Alain si muovono presenze femminili molteplici ed esigenti: le sue sorelle lontane, per le quali prova affetto e nostalgia, e un senso di responsabilità dal cui peso a volte si sente sopraffatto; le tre sorelle Kalojannis, figlie di un ricco mercante di Chios, che lo affascinano con le loro personalità e lo coinvolgono nelle loro trame; l’accogliente prostituta Sula, tra le cui braccia trova rifugio, e infine la bella olandese Saskia, che lo ricondurrà verso il Nord. Donne come mistero: sono loro la fonte principale di tutti gli enigmi in cui Alain si imbatte; e donne come turbativa del limpido mondo maschile.
La vita delle donne si svolge, nel Sud ancor più che nel Nord, in modo nascosto e marginale, il loro carattere, per quanto forte, deve piegarsi alle convenzioni o almeno fingere di farlo, quindi il loro potere non può agire se non tramite l’inganno, la finzione o la manipolazione.
Donne come avventura, corpo indocile che sfugge alla legge del padre, sussulto di libertà che introduce l’imprevisto. Così, di sghembo, attraverso lo sguardo di Alain, i desideri le trame e le trasgressioni delle donne balzano in primo piano e diventano motore dell’azione:
‘Donne, donne, donne! Non ne potevo più di quei loro corpi indocili e fecondi, della loro capacità di scompigliare le carte all’ultimo momento. Non volevo più essere sorpreso da nessuna donna. E possibilmente neanche essere coinvolto nei loro torbidi misteri… Portatrici di disordine perpetuo, incidenti nel luminoso mondo degli uomini.’
E poi c’è la gioventù. Tutti i personaggi principali sono giovani, impegnati in un loro travagliata ricerca di libertà e di felicità. Gioventù come baldanza, fisicità che si fa palpabile: il corpo giovane e sano di Alain e quelli imperiosi e desideranti delle donne che lo circondano ben si accordano con i colori accesi dello sfondo su cui si muovono. La gioventù diventa materia di scrittura nella continua evocazione della bellezza e sensualità dei luoghi e nell’intensità delle esperienze sensoriali: l’energia del protagonista, la sua fame felicemente placata e felicemente risorgente, la curiosità e la noia, la pienezza e la nostalgia.
Viaggio, donne e gioventù si intrecciano in un racconto fitto di imprevisti e di enigmi. Che trovano la loro soluzione a tempo debito, ovvero quando noi lettori, incalzati dalla trama e avvolti negli incantesimi di un Mediterraneo che è già quasi oriente, ce li eravamo quasi dimenticati. E tutto finisce con un colpo di scena magistrale, un calar di sipario che la storia fornisce alla narratrice, e che naturalmente non si può svelare.
Uscire da sé, farsi trasportare in mondi lontani, sono richieste che da sempre i lettori rivolgono ai libri; Gli anni al sole le soddisfa felicemente fino all’ultima pagina. Anche noi, come Alain e tramite lui, respiriamo l’aria carica di fragranze e di odori, vibrante di suoni, sferzata dal vento e impregnata di salsedine. E insieme a lui camminiamo ‘con la bocca spalancata, come per inghiottire ogni briciola che quella favolosa terra mi offriva generosamente.’
Marina Caravario –
Ho trovato molto originale e simpatico il modo in cui la scrittrice fa parlare in prima persona “il protagonista”.
Molto bella la descrizione dell’isola in cui si svolge quasi tutta la trama, sembra di essere lì con i personaggi!
Aspetto con ansia nuove storie della Signora Lanza.